Cuma antro della Sibilla tempio di Apollo e Giove

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Cuma antro della Sibilla tempio di Apollo e Giove

La colonia di Cuma sorge nel 730 a.C. e vede il succedersi di tante dominazioni. La sua fortuna dura fino alla conquista da parte dei romani, di cui divenne municipio.

All’acropoli di Cuma, oggi visitabile nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei è associato il mito della Sibilla Cumana ed i Templi di Apollo e di Giove.

Del culto di Apollo sull’acropoli di Cuma ne parla Virgilio nell’Eneide. Questo tempio fu costruito da Dedalo dopo la perdita di suo figlio, Icaro. Apollo è infatti simbolo del Sole che ha distrutto le ali di Icaro.

Ma cominciamo il nostro percorso dall’ingresso dove troviamo la Cripta romana, interamente scavata nel tufo. Fu realizzata da Agrippa, generale di Ottaviano Augusto nel 44 a.C. per difesa ed infatti collegava fino al Porto Iulius, porto di Augusto, a Lucrino.  La funzione della Crypta cambia fino ad essere arricchita da un ingresso lato mare, con Domiziano (81-96 d.C.).

Pochi passi ed entriamo nel tunnel dell’Antro della Sibilla, di forma trapezoidale, dove la leggenda narra che nella sua parte terminale, ci fosse la camera del vaticinio. Qui infatti vediamo due sedute, dove le persone aspettavano mentre la Sibilla formulava il suo responso.

Lateralmente i bracci servivano per raccogliere le acque piovane, mentre in epoca paleocristiana era un luogo di culto e le cisterne, luoghi di sepoltura.

Nel 1932 l’archeologo, Amedeo Maiuri convinse, in epoca fascista a cambiare la destinazione dell’area e a porre maggiore attenzione verso Virgilio e l’Eneide. Il “novello Enea” con i suoi finanziamenti, salverà le sorti dell’area archeologica di Cuma.  Nel VI libro dell’Eneide, come racconta la scritta all’ingresso dell’Antro della Sibilla, esisteva questo oracolo che leggeva le foglie di alloro, albero sacro ad Apollo.

La leggenda narra che Apollo si innamorò della fanciulla perdutamente, che gli chiese di vivere tanto quanti erano i granelli di sabbia che aveva in mano. Dimenticò però di chiedere la giovinezza, quindi invecchiò sempre di più fino a scomparire.

Il tunnel, lungo 130 metri, in realtà serviva da camminamento per collegare le diverse aree militari.

Usciamo da questo tunnel magico e percorriamo una scalinata per arrivare alla parte alta della Torre Bizantina, questo nome deriva dalla sua ristrutturazione. L’acropoli è circondata da fortificazioni edificate nel VI secolo a.C. facciamo ancora un paio di passi e arriviamo alla parte alta dell’acropoli di Cuma, dove si può godere di un panorama ineguagliabile.

Possiamo vedere Arco Felice Vecchio, considerato la Porta orientale della Città e tutto il Golfo di Napoli.

Percorriamo ancora qualche metro per arrivare al Tempio di Apollo anche per il ritrovamento di un altare dedicatogli.

Arriviamo per la via sacra alla sommità dell’acropoli di Cuma dove troviamo il Tempio Maggiore, attribuito prima a Giove e poi ad Apollo.

Il tempio risale al VI secolo e viene ristrutturato in epoca romana. Subì successivamente anche un passaggio a Chiesa, e fu realizzato un battistero con marmi colorati, ancora visibili.

Qui un altro panorama mozzafiato, con le isole di Ischia e Procida. Gli scavi che vediamo dall’acropoli, il Foro, l’anfiteatro, le terme, non sono visitabili ancora.

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